Il verbo greco γιγνώσκω

Antonella parla spesso della conoscenza di Dio come esperienza diretta, sapienziale, intuitiva. Vorrei allora approfondire la discussione intrapresa sopra, in particolare la presenza del verbo “conoscere” nella versione greca del Nuovo Testamento.

Nel greco del Nuovo Testamento, il termine che spesso viene tradotto come “conoscere” è γιγνώσκω (gignōskō). Questo verbo implica un conoscere per esperienza diretta o per relazione intima.

Esperienza diretta: conoscenza acquisita attraverso il coinvolgimento personale e non solo tramite l’osservazione o lo studio. Conoscere qualcosa o qualcuno significa essere in relazione con esso.

Esempio: αὕτη δέ ἐστιν ἡ αἰώνιος ζωὴ ἵνα γινώσκωσι σὲ τὸν μόνον ἀληθινὸν θεὸν καὶ ὃν ἀπέστειλας Ἰησοῦν Χριστόν (Giovanni 17:3)

La vita eterna è questo: conoscere (γινώσκωσι) te, l’unico vero Dio, e conoscere colui che tu hai mandato, Gesù Cristo.

Il verbo è spesso associato a una conoscenza che ha il potere di cambiare chi la sperimenta. Quando il Vangelo parla di “conoscere la verità” (ginōskōsin tēn alētheian), si riferisce a una conoscenza che libera e rinnova (Giovanni 8:32).

Nel greco antico, gignōskō ha un’ampia gamma di significati, ma nel Nuovo Testamento assume un carattere prevalentemente spirituale, indicando:

  • una conoscenza intima e profonda.
  • una comprensione esperienziale e personale.
  • una relazione di fiducia e comunione.

In sintesi, nel Vangelo, il verbo greco gignōskō per “conoscere” racchiude l’idea di un sapere che coinvolge l’essere umano nella sua totalità, creando una relazione trasformativa e viva con Dio e la verità.

Vorrei sottolineare come questo verbo greco, attraverso la radice indoeuropea gnō- (ǵneh₃-, “conoscere”) sia imparentato al sanscrito जानाति {ज्ञा} (जानाति – jānāti, ज्ञा – jñā), dove jñāna denota la conoscenza esperienziale. Vedi anche il latino gnōscō (che evolve in nōscō).

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