Qui vorrei riflettere su un bellissimo passaggio che si trova a p. 113 del volume di Antonella La Passione secondo Maria Maddalena (Lindau, 2025).
Quando il nostro essere è attirato nello Spirito che è Uno,
l’Io Sono è nella piena adesione senza più attributi. Quando
l’anima scompare nello Spirito, è come se una luce riempisse
ogni zona d’ombra, se la leggerezza assumesse ogni peso […] Lo scomparire rende partecipi dell’infinito e dell’eterno
L’“Io Sono” è pura presenza, pura esistenza. Coscienza Cristica. L’essere ha cessato di opporsi, di distinguersi, di separarsi: aderisce pienamente allo Spirito, che è Unità assoluta. È il superamento dell’ego, non attraverso la negazione, ma per assimilazione nell’Essere e Amore che è tutto. Essere Dio in Dio. Appartenenza totale.
È come se ogni parte di sé — anche quella più oscura, dolente o chiusa — venisse toccata da una luce che non lascia zone d’ombra. L’immagine è fortemente mistica: la luce che riempie, la leggerezza che assorbe il peso, l’immersione che non lascia frammenti fuori. Il cuore si spalanca: lo Spirito dilata e unisce. L’essere umano, che spesso si protegge attraverso maschere, si difende, si isola, ora si apre totalmente e si lascia attraversare, trasformare, perché nulla più fa paura. L’unico palpito del cuore di Dio diventa anche il nostro. Adesione totale, senza scarto.
L’azione dello Spirito è simile a un fiume che straripa e abbraccia ogni rivolo e stagno: non lascia nulla fuori, nulla respinge. Dove c’è dispersione, lo Spirito richiama a sé; dove c’è chiusura, lo Spirito scioglie. È un dinamismo d’amore che non conosce confini.
In un mondo che esalta l’individuo, la visibilità, l’autoaffermazione, la dissoluzione dell’io egoico nell’Io sono, morte mistica, rende partecipi della Vita vera. Come una goccia che si perde nel mare, ma proprio in questo “perdersi” ne acquista la totalità. La goccia racchiude il mare, stessa sostanza, il frammento che racchiude l’intero. Lo rappresenta.
La fiamma che si spegne nell’unità più grande non muore: si compie. Vive finalmente la Vita che non ha limiti, che non conosce tempo. Questo è il cuore della spiritualità cristiana che Antonella ci insegna: non si cerca il possesso di Dio, ma la partecipazione alla Sua vita. Ed è un dono che si riceve solo nel momento in cui si rinuncia a possedere sé stessi. Comunione nell’Amore. Il cuore unito a Dio diventa automaticamente cuore aperto agli altri.
È bellissima l’immagine del rivolo di pioggia che, scorrendo sul vetro, attira a sé le gocce sparse. Questo è lo Spirito: non forza, non impone, ma tocca e unisce. La vera adesione, quindi, non è solo contemplativa ma anche missionaria, nel senso profondo: partecipare all’azione unificante dello Spirito nel mondo. Costruire il Regno dei Cieli.
Il ritorno allo stato originario: la restaurazione dell’essere: “Quando non rimane più niente a gravare e tutto ritorna allo stato originario…”
Visione di pienezza e di ritorno. Non si tratta di un ritorno al nulla, ma all’Origine. L’essere non viene annullato, ma trasfigurato. Come nella parabola del chicco di grano che, morendo, porta frutto. La fiamma che si abbandona, si affida allo Spirito non muore, ma si accende nell’eternità. Il cuore che si spalanca nel palpito di Dio abbraccia tutti quelli che ama, non più con timore o bisogno, ma con la stessa libertà con cui lo Spirito opera nel mondo: attirando, unificando, illuminando.
È una mistica incarnata, qui e ora e in tutto l’essere, e universale. Tutto è Uno nello Spirito. Siamo Parte del Corpo Mistico.
Nella prospettiva spirituale presentata da Antonella, l’infinito è innanzitutto una qualità dell’essere. È la pienezza che non conosce mancanza, la comunione che non conosce separazione, l’amore che non conosce confini. Partecipare dell’infinito significa entrare in questa dimensione interiore in cui tutto è presente, tutto è accolto, tutto è colmato, pieno, presente, qui e ora. Questo accade non attraverso uno sforzo di espansione egoica, ma al contrario tramite un movimento di svuotamento, di resa. Quando l’anima cessa di voler trattenere e controllare, si lascia attirare da qualcosa di più grande, e allora scopre che proprio nello svanire di sé si trova il compimento del suo nome.
L’eternità non è un tempo che si estende all’infinito, ma un presente assoluto, pienezza totale. Soglia. Passaggio. Regno dei Cieli. È il tempo di Dio, in cui tutto accade in un unico “ora”. Partecipare dell’eterno significa dunque uscire dalla logica lineare del prima e del dopo.
Antonella parla dell’ ego che deve “scomparire” per partecipare dell’infinito e dell’eterno. Ma questa scomparsa non è annullamento dell’identità; è piuttosto una trasformazione dell’identità. L’io che scompare è quello frammentato, egocentrico, costruito sull’opposizione, sulla difesa e sull’illusione di separazione. Separato dalla fonte dell’amore e della luce. Quando questo io si dissolve, rimane il centro vero dell’essere, che è sempre stato in Dio.
È l’immagine della fiamma che si lascia assorbire dal fuoco: non perde la sua essenza, ma ne diventa parte integrante. Così l’anima, nel lasciarsi assorbire dallo Spirito, si compie. Partecipa non solo alla vita di Dio, ma al Suo modo di amare, di conoscere, di agire. Dio in Dio, spiega Antonella.
L’amore è energia unificante. È lo stesso amore con cui Dio ama il mondo. Partecipare dell’infinito è allora anche diventare strumento dell’amore infinito, canale dell’unità.
L’unità è il destino dell’essere, il corpo mistico degli eletti, coloro ch rispondono all’amore.
Nulla viene lasciato fuori, nulla respinto. L’adesione dell’anima allo Spirito coincide con la restaurazione dell’unità primordiale. Tutto ciò che era disperso, spezzato, dimenticato, viene riportato all’unica sostanza. Anche ciò che sembrava irrimediabilmente perso viene accolto e riconciliato.
Essere partecipi dell’infinito e dell’eterno significa vivere questa unità n come realtà già presente e operante in noi. È il Regno che viene e che già è, per chi si lascia attirare oltre i confini dell’io. Ogni cosa fluisce con l’unica Volontà, che è Amore.
La fiamma che si fonde nel fuoco eterno
Essere partecipi dell’infinito e dell’eterno è l’orizzonte ultimo della vita spirituale. Non si tratta di un premio per pochi eletti, ma della vocazione profonda di ogni essere umano. La piccola fiamma della nostra anima è chiamata a fondersi nel grande fuoco dell’Amore che non ha principio né fine.
E anche se questa unione si realizza solo per un attimo, quell’attimo contiene l’eternità. L’esperienza è ineffabile, ma reale: una dilatazione interiore che trasforma per sempre il nostro modo di abitare il mondo. Allora comprendiamo che la vita vera è in Dio.
Lì, nella resa piena, saremo finalmente partecipi dell’infinito e dell’eterno. Il Regno dei Cieli, Regno dell’Amore. Io Sono quando non sono io, insegna Antonella.