Il sublime, il divino, non reclama sforzi ascetici né un ideale irraggiungibile da inseguire. Il sublime (cf Antonella Lumini in L’eterno nel tempo, capitolo 3) si rivela nella nuda verità dell’essere, là dove cessiamo di fingere, dove semplicemente ci offriamo e ci facciamo vedere, trovare, dalla luce e dall’amore: vulnerabili, disarmati, veri. il Verbo incarnato si rivela proprio nella nostra nudità e impotenza, quando il velo cade e nulla rimane da difendere. È lì, in quel punto di resa, che la sua luce può attraversarci.
Stare dove siamo, senza fuggire, senza costruire maschere, è apertura alla grazia. È nel cuore stesso della nostra fragilità che lo Spirito dell’amore puro comincia la sua opera silenziosa. Non ci forza, non ci trascina, ma prepara con dolcezza le condizioni interiori perché possa germogliare una nuova vita. Ci accompagna mentre cediamo resistenze, mentre ci arrendiamo con fiducia.
Un breve excursus etimologico: il verbo arrendere deriva dal latino reddĕre, che significa “rendere” o “restituire”, con l’aggiunta del prefisso ad- (verso). In origine indicava l’atto di consegnare o restituire qualcosa a qualcuno. Da qui, per estensione, arrendersi assume il significato di smettere di opporre resistenza e anche di offrirsi, consegnarsi. La resa (termine chiave nel pensiero mistico-teologico di Antonella), dunque, è un un gesto di consegna, di apertura o fiducia.
Così si apre in noi uno spazio di accoglienza, di autenticità. E in questo spazio dimora il divino, sublime.
Il Regno. Quando il cuore si volge verso il Regno, l’anima avverte una chiamata alta, vera, più urgente—un’attrazione che diventa imperiosa, ineludibile. Il ritorno alla sorgente, alla fonte della vita.
Il Regno è una realtà viva e trasversale, che attraversa il cielo e la Terra, unendo ciò che è visibile e invisibile. È la comunione dei santi, il corpo mistico, il corpo dell’umanità risorta, il corpo vivente di Cristo. In esso tutto ciò che è redento si tiene insieme, pulsa, respira, si nutre dell’Amore che è principio e fine di ogni cosa.
Nella storia del cristianesimo, innumerevoli sono coloro che, lasciandosi trasformare dalla grazia, hanno permesso al Regno di dilatarsi, di espandersi, di penetrare la storia. I santi e le sante (noti/note e ignoti/ignote) hanno incarnato questa forza spirituale generativa, rendendo presente nel mondo, attraverso le loro vite, la realtà del Regno. Ogni atto di amore autentico, ogni offerta silenziosa, ogni “sì” pronunciato nel nascondimento, ha contribuito a estenderne la potenza.
Questa forza sempre viva, attiva, come una corrente sotterranea che scorre e prepara il terreno per una nuova epifania della Presenza, ci attira a sé. Siamo chiamati a parteciparvi, a fare la nostra parte. Ad ognuno di noi é stata affidata una missione, unica, speciale.
Partecipare, essere compartecipi, contribuire. Rispondere all’Amore: confermare. Corrispondere.
Il Regno è dentro di noi, in mezzo a noi, e cresce ogni volta che uno solo si lascia attirare dalla luce, liberandosi dalle catene dello spirito del mondo per entrare nella libertà dei figli di Dio.