Giovanni 8,32: E conoscerete la verità

E conoscerete la verità, ed essa vi renderà liberi.

ἀλήθεια (alētheia): verità; γνώσεσθε (gnōsesthe): futuro del verbo ginōskō: conoscenza esperienziale. Indica l’incontro personale e trasformante con il Verbo, come in una relazione d’amore.

I suoi interlocutori reagiscono con sorpresa: “Noi siamo discendenti di Abramo e non siamo mai stati schiavi di nessuno!” (v.33) Gesù chiarisce che parla di schiavitù spirituale: ἀπεκρίθη αὐτοῖς ὁ Ἰησοῦς ἀμὴν ἀμὴν λέγω ὑμῖν ὅτι πᾶς ὁ ποιῶν τὴν ἁμαρτίαν δοῦλός ἐστιν τῆς ἁμαρτίας “Chiunque commette peccato è schiavo del peccato” (v.34). La vera schiavitù è interiore: il peccato, l’egoismo, le menzogne che imprigionano il cuore. Solo la Verità che è Cristo può spezzare queste catene, portando l’essere umano a essere pienamente se stesso, figlio di Dio. La verità è la parola di Dio che santifica e libera (vedi Giovanni 17,17).

Nel Vangelo di Giovanni, la Verità è Gesù stesso e la sua parola.

Verità incarnata.

Giovanni 14,6: ἐγώ εἰμι ἡ ὁδός καὶ ἡ ἀλήθεια καὶ ἡ ζωή

Io sono la via, la verità, e la vita”.

La libertà che Gesù dona è liberazione dal peccato, dalla paura, dall’inganno, e da tutto ciò che ci separa da Dio. Questa libertà è opera dello Spirito Santo. Liberazione spirituale, lo Spirito porta vita nuova.

Interessante analizzare Paolo in 2 Cor 3,17:

ὁ δὲ Κύριος τὸ Πνεῦμά ἐστιν οὗ δὲ τὸ Πνεῦμα Κυρίου, ἐλευθερία

“Il Signore è lo Spirito, e dove c’è lo Spirito del Signore, lì c’è libertà”.

Il passaggio in 2 Corinzi 3,17 (che stiamo analizzando) è molto interessante dal punto di vista grammaticale e teologico, perché Paolo usa due costruzioni diverse: prima due nominativi: ὁ δὲ Κύριος τὸ Πνεῦμά ἐστιν “il Signore è lo Spirito”, poi un genitivo οὗ δὲ τὸ Πνεῦμα Κυρίου “lo Spirito del Signore”.

ὁ Κύριος = nominativo singolare, il soggetto = Il Signore

τὸ Πνεῦμά= nominativo singolare, predicato nominale = lo Spirito

ἐστιν = è

Qui Paolo fa un’identificazione diretta, una vera equazione: “Il Signore è lo Spirito”.

Sta affermando che il Kyrios (titolo che nel NT si riferisce soprattutto a Cristo risorto) si manifesta ed è presente nello Spirito.

E dove c’è lo Spirito del Signore, lì c’è libertà: τὸ Πνεῦμα = nominativo, soggetto della frase, lo Spirito; Κυρίου = genitivo singolare, del Signore.

Qui lo Spirito è presentato come proveniente dal Signore, emanato dal Signore, o come appartenente al Signore, oppure, teologicamente, come lo Spirito che ha la sua origine nel Signore.

Paolo sta parlando di due livelli diversi:

Primo livello: Il Signore è lo Spirito. Cristo risorto opera e si rende presente tramite lo Spirito. È un’affermazione di unità ontologica. Nominativo e nominativo serve a dire che non c’è subordinazione. Secondo livello: relazione “Dove c’è lo Spirito del Signore…” Qui Paolo parla del dono che viene dal Signore, lo Spirito che procede e appartiene a Cristo. Il genitivo (Κυρίου) indica provenienza, quindi lo Spirito viene dal Signore, viene emanato dal Signore, generato dal Signore, fluisce da Luie attraverso di Lui, lo Spirito appartiene al Signore, ma anche lo Spirito che rende presente il Signore tra i credenti.

Non c’è separazione tra Cristo e lo Spirito: è nello, tramite l’effusione dello Spirito che Cristo agisce. Con il genitivo, Paolo sottolinea che lo Spirito procede dal Signore e lo rende presente.

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