Giovanni 8,12: Luce del mondo

Giov 8,12: Io sono la luce del mondo. Chi mi segue non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita.

Gesù non è solo portatore di Luce ma è a Luce stessa, sorgente di vita e verità. Nel passo di Giovanni il genitivo greco τὸ φῶς τῆς ζωῆς, “la luce della vita”, ha valore descrittivo, quasi come dire: la luce che dona la vita o la luce che appartiene alla vita, la luce che deriva dalla vita. Il genitivo τῆς ζωῆς (“della vita”) può significare la luce che dona la vita (eterna, in quanto il sostantivo ζωῆ in Giovanni indica la vita eterna in contrasto con ψυχή (psychē) e βίος (bios), che esprimono rispettivamente la vita psicologica e la vita biologica), oppure la luce che appartiene alla vita, la luce propria della vita divina, eterna, che non conosce oscurità né corruzione. Si tratta quindi della luce del Regno dei Cieli, la luce della vita eterna, che illumina dall’interno e trasfigura l’essere umano.

Chi segue Gesù entra in una dimensione nuova: non cammina più nelle tenebre della confusione e della disperazione, ma partecipa alla vita divina. Qui Giovanni usa il termine ζωῆ. Una forza vitale che trasfigura l’esistenza, la radica in Dio e la rende eterna. Luminosa, la luce del regno dei Cieli, vita eterna. ζωῆ è la vita eterna, vita che non muore:

Giovanni 11,25: ἐγώ εἰμι ἡ ἀνάστασις καὶ ἡ ζωή ὁ πιστεύων εἰς ἐμὲ κἂν ἀποθάνῃ ζήσεται. “Io sono la resurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà”.

Gesù è Figlio di Dio e Figlio dell’Uomo, il ponte tra divino e umano.
Nella sua vita terrena ha incarnato l’amore divino, diventando per noi parametro e compimento. La sua nascita, trasfigurazione, morte, e resurrezione rivelano una nuova qualità dell’umano, in cui vita divina e vita umana si fondono perfettamente. L’incarnazione non è un evento isolato nel passato, ma un’irruzione di luce divina che continua ad avvenire nello spazion-tempo in cui viviamo. Gesù ha inaugurato un cammino: vivere redenti, trasfigurati, lasciando che l’amore si manifesti nelle nostre esistenza. Incarnare significa acconsentire all’opera creatrice di Dio, partecipare al suo dinamismo creativo. È adesione totale, diventare frammento che racchiude il Tutto.

Seguire Gesù significa, dunque, lasciarsi radicare in Dio e trasformare interiormente da questa forza vitale. Trasfigurazione dell’esistenza intera, guarendo ferite, sciogliendo paure e orientando ogni cosa verso la pienezza.

Giovanni 8, 32: καὶ γνώσεσθε τὴν ἀλήθειαν, καὶ ἡ ἀλήθεια ἐλευθερώσει ὑμᾶς “E conoscerete la verità, e la verità vi renderà liberi”. Pienezza totale. Compimento totale.


Questa vita eterna comincia ora, nel presente, nello spazio-tempo per chi crede e accoglie la luce. È la vita che non muore, una partecipazione al mistero stesso di Dio, che abbraccia il tempo e lo trasfigura, che libera dal potere della morte.

Giovanni 15,11: καὶ ἡ χαρὰ ὑμῶν πληρωθῇ: “[Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi], e la vostra gioia sia piena”.

Giovanni 16,24: αἰτεῖτε καὶ λήμψεσθε, ἵνα ἡ χαρὰ ὑμῶν ᾖ πεπληρωμένη: “Chiedete e riceverete, così che la vostra gioia sia piena”

Gioia piena, compimento interiore, condizione dell’essere umano trasfigurato dallo Spirito Santo. La luce di Cristo si incarna nel discepolo.

Così, quando Gesù proclama in Giovanni 8,12: Io sono la luce del mondo; chi mi segue non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita, annuncia la possibilità di un passaggio radicale: dal buio alla luce, dalla morte alla vita, dalla separazione alla comunione con Dio.

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