La pericoresi è un termine teologico utilizzato per descrivere l’intima interconnessione delle tre persone della Trinità cristiana: Padre, Figlio e Spirito Santo. Le tre ipostasi del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo si muovono l’una nell’altra, ossia si appartengono a vicenda. Il termine deriva dal greco peri, che significa “intorno” o “circa”, e choresis, che significa “movimento” o “danza”. La pericoresi suggerisce una relazione dinamica e intima tra le persone della Trinità, in cui ciascuna partecipa alla vita e alle azioni delle altre, mantenendo al tempo stesso la propria identità distintiva.
Antonella sottolinea come la visione trinitaria rivela la realtà come intrinsecamente relazionale, con l’amore immanente che si manifesta continuamente e ritorna in un abbraccio ciclico tra tutti gli stati apparentemente separati dell’essere. La Trinità è un movimento di amore e dono di sé.
Nei suoi interventi e scritti, Antonella invita spesso ad imparare ad abbracciare il nulla e il tutto, l’unità e la molteplicità come una realtà vivente unificata. Questo è il mistero trinitario.
Già in Memoria profonda e risveglio (2008), il movimento trinitario come circolare e a spirale emerge come tema chiave nel pensiero di Antonella. L’emanazione divina e la manifestazione divina costituiscono una relazione di amore in espansione. L’Uno/Trino è una singola realtà vivente, un flusso eterno che si muove dall’invisibile al visibile e dal visibile ritorna all’origine con un movimento espansivo di amore.
Allora mi viene da fare questa riflessione: l’amore è profondamente innamorato di ciascuno di noi. Un amore che non si basa sui nostri successi, sulle nostre imperfezioni o sui nostri fallimenti; è un amore che vede e gioisce della nostra essenza. È come se Dio custodisse il concetto puro di ciascuno di noi, quella scintilla unica e irripetibile che ci rende ciò che siamo, come un pensiero prezioso da amare per sempre. L’amore attraverso il quale scorre lo Spirito è un abbraccio intimo e inesorabile. È un amore che celebra la nostra esistenza semplicemente perché esistiamo. Siamo, in essenza, idee amate portate alla vita, creazioni immaginate e accarezzate molto prima di prendere forma. Ed è nell’imparare a ricevere pienamente questo amore che siamo chiamati a risvegliare la nostra capacità di rispondere pienamente all’amore, imparando quindi ad amare. Antonella ripete spesso che soltanto chi si apre e impara a ricevere pienamente questo amore, impara a sua volta ad amare, e contribuisce ad espandere questa spinta d’amore. Conformandosi, uniformandosi, acquisendone la misura. Diventare canali di luce, incarnazione dell’amore.