Il tempo

In Dentro il silenzio, Antonella introduce una riflessione profonda sulla natura del tempo, distinguendo tre dimensioni che si intrecciano e si sovrappongono: tempo vettoriale, tempo perpetuo, e tempo eterno. Questa distinzione offre una chiave di lettura per comprendere i diversi stati della coscienza umana e il percorso spirituale verso l’unione con il divino.

La citazione che qui vorrei analizzare è:

“Il tempo vettoriale porta in se stesso anche il tempo perpetuo come suo luogo sotterraneo, l’infero. L’eternità porta in se stessa il tempo vettoriale e il tempo perpetuo, il tempo della ripetizione, fissità” (Dentro il silenzio, p. 47).

Questo passo riflette la complessità della visione di Antonella, dove il tempo non è una dimensione unica e lineare, ma uno spazio articolato, con strati profondi che corrispondono a diverse esperienze dell’essere. Vorrei proporre qui una mia breve analisi.

Tempo vettoriale: nella visione di Antonella, il tempo vettoriale è un tempo orientato verso un fine, un obiettivo o un compimento. Questo tipo di tempo ha una direzione e una finalità, e rappresenta il progresso e l’evoluzione continua della creazione verso una realizzazione piena. Il tempo vettoriale è visto come il contesto in cui la creazione si sviluppa e si compie. È il tempo del cambiamento e della realizzazione, in cui gli eventi e le azioni sono diretti verso un obiettivo finale. Questo tempo rappresenta il processo dinamico attraverso il quale la creazione raggiunge il suo compimento e la sua pienezza.

Tempo perpetuo: il tempo perpetuo è descritto come un tipo di tempo che implica ripetizione e fissità. È un tempo che non evolve verso un obiettivo, ma è caratterizzato dalla sua ciclicità e dalla permanenza dei suoi stati. Questo tempo può essere associato a una dimensione di stasi o di ripetizione continua. Il tempo perpetuo rappresenta una dimensione del tempo in cui gli eventi si ripetono ciclicamente senza un progresso verso una realizzazione finale. È il tempo delle strutture immutabili e dei cicli incessanti, in cui il cambiamento non avviene in senso progressivo. È un tempo che non avanza, ma ruota intorno a sé stesso. Appare evidente studiando l’opera di Antonella che il tempo perpetuo è l’esperienza della prigionia dell’ego, da cui si può uscire attraverso la consapevolezza.

Nella riflessione di Antonella, l’inferno è descritto come il luogo sotterraneo del tempo perpetuo. In questo contesto, l’inferno rappresenta una dimensione in cui il tempo perpetuo si manifesta attraverso la ripetizione infinita e la fissità, senza possibilità di cambiamento o di progresso verso un fine. Dimensione di stasi: l’inferno è visto come una manifestazione del tempo perpetuo, un luogo o una condizione in cui il tempo è caratterizzato dalla ripetizione incessante e dalla fissità, in contrasto con il tempo vettoriale che è orientato verso una realizzazione e un compimento. Il tempo perpetuo è l’inferno interiore: uno stato di coscienza in cui ci si sente bloccati, come se nulla potesse cambiare. Antonella riconosce che questo tempo è parte integrante del percorso umano, ma invita a non rimanervi intrappolati.

Appare chiaro che l’eternità non è separata dal tempo vettoriale, ma lo include come una sua dimensione. L’eternità abbraccia e contiene il tempo vettoriale, che è il tempo della realizzazione e del progresso verso il fine. Allo stesso modo, l’eternità include anche il tempo perpetuo. In altre parole, l’eternità comprende sia la dimensione progressiva del tempo vettoriale che la dimensione ciclica e immutabile del tempo perpetuo. Il tempo eterno è il ritorno all’unità originaria. L’eternità ci abbraccia sempre (vedi anche lo schema sopra), pronta a rivelarsi nel momento in cui ci apriamo pienamente alla vita e alla grazia.

L’eternità è vista come una dimensione che ingloba e armonizza tutte le forme di tempo, sia quelle orientate verso un obiettivo (tempo vettoriale) sia quelle caratterizzate dalla ripetizione e dalla stabilità (tempo perpetuo). Questa concettualizzazione a mio avviso riflette una visione dell’eternità come una realtà che include e trascende le diverse manifestazioni del tempo.

Antonella descrive l’eternità come una realtà che abbraccia tutte le altre forme di tempo. In questa dimensione, il tempo vettoriale e il tempo perpetuo non scompaiono, ma vengono assorbiti e trasfigurati in uno stato di pienezza e unità. L’esperienza del tempo eterno è un risveglio spirituale, dove l’anima accede a una consapevolezza che supera la dualità. È il tempo in cui la vita di Dio si manifesta nel qui e ora, rivelando all’essere umano la sua vera natura divina. Nel pensiero di Antonella, l’eternità non è qualcosa che si raggiunge solo dopo la morte biologica, ma una realtà che può essere sperimentata già nel tempo presente.

“L’eterno include il tempo, come dimensione di crescita, cioè di continua evoluzione. Il circolo dell’eterno ritorno è intersecato da linee tangenziali che spingono movimenti di crescita, movimenti evolutivi. Emanazione divina e manifestazione divina costituiscono una relazione d’amore in espansione”(Antonella Lumini, Memoria profonda e risveglio, p. 52)

In Mistica e coscienza, p.11 Antonella scrive:

“Mistica e coscienza sono le coordinate del tempo vettoriale che tende verso una pienezza, che spinge l’evoluzione in quanto porta inseminato in sé il dinamismo dell’atto creativo che l’incarnazione fortemente accelera poiché conosce il proprio eschaton. Tempo escatologico che conduce verso la fine dei tempi, verso quel punto in cui il tempo, riconsegnato all’eterno, esaurisce il suo compito, in cui il mistero si svela tutto intero nella coscienza. Gesù Cristo costituisce la memoria permanente, sempre accesa e viva di questa coscienza che anela a risvegliarsi in ogni donna e in ogni uomo”.

Vorrei proporre alcune tracce di riflessione rielaborando queste due ultime citazioni.

La frase Mistica e coscienza sono le coordinate del tempo vettoriale esprime un’idea centrale nel pensiero di Antonella: il cammino spirituale dell’essere umano si svolge lungo una traiettoria, un tempo vettoriale, che non è statico ma orientato verso una pienezza finale. Il tempo vettoriale è un concetto che descrive il tempo come un movimento lineare e progressivo. A differenza del tempo perpetuo (tempo della ripetizione e della fissità), il tempo vettoriale è dinamico, punta in avanti verso una trasformazione. Ha una direzione precisa: tende verso l’eschaton (la realizzazione ultima e finale dell’essere umano e della creazione). È il tempo del divenire, in cui la coscienza umana si evolve e si sviluppa. Mistica (apertura al divino) e coscienza (risveglio spirituale) insieme agiscono come “coordinate”, strumenti che orientano l’essere umano lungo il tempo vettoriale, spingendolo verso l’evoluzione spirituale.

Tempo vettoriale: un tempo orientato verso una pienezza finale, dinamico e in evoluzione, guidato dalla mistica e dalla coscienza.

Tempo escatologico: il momento della storia in cui il tempo si raggiunge suo compimento e viene riconsegnato all’eterno.

Incarnazione: un momento cruciale che accelera il dinamismo del tempo vettoriale e segna l’inizio del compimento escatologico.

Cristo come memoria permanente: un principio continuo e vivente di consapevolezza che guida il risveglio e la realizzazione dell’individuo.

    Antonella descrive il cammino umano come una tensione continua verso la pienezza, spinta dall’amore e dalla grazia divina. L’essere umano, creato a immagine di Dio, porta in sé il seme della creazione stessa, un impulso interiore che lo spinge a crescere, evolversi e realizzarsi. L’incarnazione di Cristo rappresenta un’accelerazione di questo dinamismo. L’umanità, attraverso Cristo, scopre che il proprio destino non è semplicemente esistere nel tempo, ma compiersi nell’eternità. Questo atto creativo non è esterno, ma agisce dall’interno della coscienza, come una forza che ci guida verso una maggiore pienezza di vita.

    In questa visione, l’incarnazione rappresenta un punto di svolta: la discesa di Dio nel tempo attraverso Gesù Cristo, è un evento che trasforma radicalmente il tempo vettoriale.

    L’eterno entra nel tempo, accelerandone il movimento e apre una nuova possibilità per l’umanità; con l’incarnazione l’essere umano non è più vincolato alla sola esperienza temporale; può attingere all’eternità mentre vive nel tempo. L’incarnazione rivela all’umanità la direzione ultima del tempo vettoriale, ovvero l’eschaton – il compimento finale in cui tutto sarà riassunto in Dio. Conoscere l’eschaton indica, nella visione di Antonella, una chiamata alla pienezza: attraverso l’incarnazione, l’essere umano diventa sempre più consapevole del destino finale che lo attende. La coscienza spirituale che si risveglia riconosce questa meta e si dirige verso di essa, consapevole che la pienezza dell’essere risiede nell’unione con Dio. Questo eschaton non è solo un evento futuro, ma una realtà già inscritta nel cuore dell’umanità.

    In Memoria profonda e risveglio (p. 38), Antonella afferma: “La nuova creazione non sorge improvvisamente, ma ha la sua lunga gestazione all’interno della prima creazione”.

    L’incarnazione di Cristo è vista nel pensiero di Antonella come un catalizzatore che accelera il dinamismo del tempo vettoriale, segnando l’inizio del compimento escatologico.